Qual è il nesso tra emicrania e ipotiroidismo? | Studi Medici Batini
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Endocrinologia: il nesso tra emicrania e ipotiroidismo

 

Chi soffre di emicranie o cefalee frequenti sa che “il mal di testa” è un disturbo che non deve essere sottovalutato. Innanzitutto perché, in particolar modo le cefalee primarie, sono considerate a tutti gli effetti malattie vere e proprie, ma anche perché queste potrebbero significare un aumentato rischio di ipotiroidismo.

Prima di approfondire la questione, facciamo una distinzione sulle tipologie di mal di testa. Possiamo identificare:

  • le cefalee primarie, che si dividono in cefalea censiva, emicrania e cefalea a grappolo. Per la maggior parte sono causate da scorrette abitudini di stile di vita, reazioni ormonali o fattori ambientali. Le prime due hanno una frequenza variabile e colpiscono soprattutto le donne, la terza ha una ricorrenza periodica e colpisce soprattutto gli uomini.
    • Cefalea tensiva: il dolore è di tipo costrittivo e viene percepito bilateralmente con una durata che va dai 30 minuti a diverse ore; ha un’intensità da lieve a moderata.
    • Emicrania: il dolore è di tipo pulsante, viene percepito da un lato solo e la durata va dalle 4 alle 72 ore; ha un’intensità che va da moderata a grave.
    • Cefalea a grappolo: il dolore è di tipo trafitto e lancinante e viene percepito unilateralmente, la durata va dai 15 minuti a 3 ore e ha un’intensità grave.
  • le cefalee secondarie, che si presentano come sintomo di altre condizioni patologiche;
  • le nevralgie craniche, i dolori facciali e altre cefalee, che si verificano nei casi di infiammazione dei nervi cranici e/o cervicali.

Qual è quindi il nesso tra mal di testa e ipotiroidismo?

La risposta è stata fornita ultimamente da uno studio dell’University of Cincinnati College of Medicine su 8.500 persone dal titolo Headache Disorders May Be a Risk Factor for the Development of New Onset Hypothyroidism e pubblicato su “Headache: The Journal of Head and Face Pain” a fine 2016. I risultati ottenuti dalla ricerca mostrano come soffrire di mal di testa aumenti il rischio di ricevere una diagnosi di ipotiroidismo, ovvero di insufficiente produzione di ormoni tiroidei con conseguenze sul corretto funzionamento del metabolismo. Chi soffre di cefalee ha infatti il 21% di probabilità in più di soffrire di ipotiroidismo e la percentuale di rischio sale al 41% per le persone colpite da emicranie. Ne vanno a risentire quindi l’umore, la capacità di concentrazione, il peso, il ciclo mestruale nelle donne…

Altri sintomi che possono farci pensare, insieme ai mal di testa, all’ipotiroidismo possono essere molto differenti tra loro ma sono di solito legati a un rallentamento generalizzato dei processi fisiologici. Tra quelli più comuni sono individuati: secchezza e fragilità dei capelli, letargia e difficoltà di memoria, difficoltà nel parlare, diminuzione della sudorazione, maggiore sensibilità al freddo, pelle secca e dal colore giallastro, aumento del peso corporeo e debolezza muscolare.

Lo studio però non è ancora riuscito a chiarire quale dei due disturbi sia all’origine dell’altro perché così come le continue sollecitazioni al sistema immunitario dovute a frequenti mal di testa renderebbero il nostro corpo più vulnerabile alle patologie tiroidee, allo stesso modo anche un più basso livello di ormoni potrebbe far intensificare o rendere più frequenti gli episodi di mal di testa.

Vincent Martin, coautore dello studio e co-direttore del Headache and Facial Pain Center del UC Gardner Neuroscience Institute, ammette che la domanda se nasca prima l’uovo o la gallina è ben lontana dal ricevere una risposta e anche per questo motivo suggerisce di default un controllo alla tiroide per tutte le persone che soffrono di mal di testa frequenti e sollecita i colleghi medici di base nel fare lo stesso, anche solo per scrupolo, suggerendo ai propri pazienti una visita di controllo dall’endocrinologo.